venerdì 4 gennaio 2008

Internet e la TV: la comunicazione e i comunicatori

Luca De Biase riprende in questo post la ricerca del Politecnico di Milano e Nielsen secondo la quale internet ha superato la tv nell'interesse degli italiani. Cosi' ho commentato.

Sono piuttosto freddo rispetto a questa notizia.

Primo perche' conferma una tendenza (la crescita progressiva di accessi e di interesse per internet) che e' in atto da anni, e il cui ritmo, continuamente sbandierato come eccezionale, sta certamente provocando una rivoluzione in molti settori, pero' con trasformazioni che richiedono diverse fasi quinquennali/decennali.

Secondo perche' il confronto diretto internet-televisione e' indice di grande superficialita'. In internet l'utente puo' fare n-mila cose in piu' che guardare semplicemente il programma in onda sui diversi canali. Bisognerebbe scorporare quella percentuale di accesso e di interesse verso internet che veramente e' contesa dalla televisione (di oggi).

Ad ogni modo se qualche numero dice che sorpasso c'e' stato (ma sappiamo bene che oggi basta prendere un numero poco intercorrelato all'intero contesto e si puo' far passare una catastrofe per un miracolo e viceversa), certamente e' un episodio che in questa societa' superficiale e clamoristica sara' preso in seria considerazione. Non solo, "il parlarne" potrebbe veramente portare effetti di grande portata, molto piu' che "il fatto" in se'.

Questo dato e' importante, in realta', per due categorie di persone soprattutto: chi guarda la cosa dal punto di vista economico (e degli investimenti pubblicitari soprattutto), e chi cerca di prevedere le conseguenze di un internet sempre piu' condizionato dalle logiche economiche (e della pubblicita' appunto).

Volendo cogliere l'occasione per una riflessione costruttiva per il futuro, sono solo parzialmente d'accordo di richiamare l'attenzione sui "contenuti", come se fossero altro che il "mezzo" (McLuhan si rivolterebbe nella tomba).

Certamente un nuovo "mezzo" introduce una nuova comunicazione/informazione, ma se il reale bisogno di comunicazione/informazione e' povero, effimero, superficiale, disorientato, il nuovo "mezzo" non generera' d'incanto maggiore ricchezza, profondita' e costruttivita' nella comunicazione/informazione.

Siamo in una fase di sgomento generalizzato di fronte ai cambiamenti cosi' repentini di questo periodo storico, e ben poco ci sembra solidamente utile e chiaramente indirizzato verso la risoluzione dei nostri guai. Prevale il desiderio di rompere catene che sembrano ostacolarci o che sembrano inutili, da un lato, e la disperata voglia di congelare un passato a cui eravamo abituati e conservarlo prima che sia spazzato via definitivamente, dall'altro.

Internet portera' semplicemente piu' velocita' e piu' efficacia sia nella ricerca del nuovo alternativo, che nella difesa del vecchio tradizionale. Portera' piu' voce a noi stessi. Portera' piu' accelerazione al cambiamento che stiamo vivendo/volendo/subendo. Non sara' internet che determinera' dove stiamo andando: quello rimane a carico nostro. Se noi non lo sappiamo, internet non risolvera' il problema per noi, e nemmeno sara' imputabile come causa. E se noi non lo sappiamo, la qualita' in internet non sara' migliore di quella in TV, con la sola differenza che internet non sara' mai "massificatore" come la TV.

Se il richiamo sui "contenuti" deve essere letto come un riportare l'attenzione su una maggiore autoconsapevolezza (a scapito della prevalente resa alla tecnologia), un riportare il fine (e l'uomo come fine ultimo) davanti ai mezzi, allora sono d'accordo. E sono anche un po' spevantato per la difficolta' del compito che ci sta aspettando. Fortuna che i nuovi "mezzi" renderanno la cosa "tecnicamente" piu' facile.

4 commenti :

Unknown ha detto...

Caro Gino

dici "Siamo in una fase di sgomento generalizzato di fronte ai cambiamenti cosi' repentini di questo periodo storico"

Sai che non sono d'accordo?

Ormai il cambiamento è continuo.
Chi ha quasi 50 anni come me è nato che la televisione trasmetteva qualche ora al giorno e si guardava al bar, non esistevano non internet ma i PC, i videogame ecc
Poi televisione, PC, internet, telefonini, satellite (per citare le cose più eclatanti) insomma mi pare che sia dall'inizio del 900 che il cambiamento è continuo.

Poi un'altra mia impressione è che, facendo noi blogger probabilmente parte di una "avanguardia" (?) tendiamo a sopravvalutare certi meccanismi vivendoci in mezzo.
Se parliamo di giovanissimi il tren è quello ma nelle persone di mezza età la penetrazione è minore.

Sono d'accordo quando dici "per fare cosa" internet.
Avendo figlie adolescenti so che in quella fascia semplicemente si passano le serate a chattare mentre aggiorni myspace e il tuo fotoblog.
Quindi per assurdo internet in quella fascia favorisce la comnicazione ed il social networking e allo stesso tempo mi intristisce vedere che hanno sempre meno rapporti faccia a faccia che data l'età continuo a preferire ad una chat, che uso ma non considero esaustiva.

ciao

GinoTocchetti ha detto...

quando i giovani preferiscono la comunicazione "mediata" da internet, a quella reale faccia a faccia, e' perche' hanno a disposizione internet, o perche' la comunicazione in carne ed ossa, in molti casi, non da' loro comunque di piu' ?

Unknown ha detto...

Vero.

Ma sono un vecchio nostalgico e per me "mettersi assieme" (o come diavolo dicono loro adesso) ad una persona via MSN e dopo due o tre giorni mollarsi magari senza neppure essersi visti e senza il minimo contatto fisico... mi lascia un po' allibito!

Non essendo un padre di quelli che pretendono (invano) che le figlie non abbiano rapporti fisici con i ragazzi.

Che un rapporto informatico non abbia la ricchezza di quelli personali mi pare assodato, non a caso anche tra i supporter di MA o i blogger si cerca alla fine di incontrarsi. O no?

GinoTocchetti ha detto...

posso immaginare il tuo conflitto interiore di padre che vorrebbe le figlie piu' aperte a contatti reali, ma non troppo

sono convinto che nemmeno i giovani preferiscano chattare ai rapporti "fisici" che li appagherebbero di piu'

il fatto e' che internet toglie "sovrastrutture", ci si muove piu' velocemente, piu' direttamente, entrando in contatto con molta piu' gente, ma in un modo piu' "difensivo", e da questo punto di vista, per i giovani, e' molto piu' "efficace" di tanti pomeriggi a ritrovarsi tra amici, in cui si e' sempre in quei soliti 3/10/30 in cui nulla succede di interessante, nulla di vicino alle loro aspettative (specie quelle nei rapporti con l'altro sesso)

quello che sfugge, quello che non sempre riesce, e' "agganciare" internet al mondo reale, passare dai 100 contatti nuovi alla settimana ai 5 incontri dal vivo nella settimana successiva (mi riferisco sempre ai giovani): non riesce perche' i contatti in internet sono "delocalizzati", ma non solo, perche' alle volte internet e' come un vortice che avviluppa caldo e comodo e sganciarsi costa fatica, perche' due ore di chat non tolgono la paura e la difficolta' davanti al nuovo e all'altro, e soprattutto non riesce perche' la comunicazione "non verbale" e il coinvolgimento piu' diretto (senza maschere) e' proprio tutto un altro mondo

dico questo dei giovani, ma in realta', cambiando i termini, qualcosa del genere affligge anche altri professionisti che si legano ad internet per quella parte molto efficace che e' utile al loro lavoro, e poi non riescono ad andare a chiudere nella realta'

il link tra online e offline, tra socialnetwork e rapporti sociali in carne ed ossa (e tra business network e collaborazioni professionali efficaci), e' senz'altro un buon punto su cui spostare parte dell'attenzione e dell'entusiasmo sul web2.0